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La casualità rende l’uomo libero

  • Immagine del redattore: Alsid Peqini
    Alsid Peqini
  • 6 apr 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 6 apr 2021

Chi mi conosce sa perfettamente che sono una persona piuttosto indecisa, al ristorante sono capace di leggermi tutto il menù più volte e non scegliere assolutamente nulla. Quando gli amici mi chiedono che cosa ho scelto, dico sempre che sceglierò in maniera casuale non appena arriverà il cameriere. Mi sono reso conto negli anni che questa mia indecisione la vivo solamente nelle scelte più insignificanti della mia vita, come per esempio:

- Cosa mangio a pranzo?

- Cosa prendo al ristorante?

- Uso la macchina o la bici?

- Cosa ordino da bere?

- Dove vado in vacanza?


Questa mia propensione alla casualità porta sempre le persone che mi circondano a non comprendermi bene e definirmi appunto un “indeciso”. Non sono indeciso però quando devo prendere una decisione importante, anzi molto spesso sono quello che punta verso una direzione, se penso che sia quella giusta, costi quel che costi. Ma allora perché la mia mente lavora in questa maniera?


Un giorno navigando online come è mio solito fare, mi sono imbattuto in un TEDxTalk di Max Hawkins, un simpatico programmatore che ha deciso di vivere la sua vita in maniera totalmente random. Mi immagino già i perfezionisti che stanno leggendo questo articolo mentre si staranno strappando i capelli pensando: “ma com’è possibile vivere in maniera casuale!1!11!!!”. In realtà è incredibilmente efficace come strategia, il buon Max infatti, faceva una vita prestabilita: beveva il suo solito caffè da Starbucks e con la sua bicicletta andava negli uffici Google di San Francisco, questo tutte le mattine con una puntualità maniacale. Un giorno si trovò davanti ad un paper sull’intelligenza artificiale e la capacità di comprendere e prevedere le azioni delle persone attraverso il loro GPS, l’articolo parlava di come un algoritmo potesse prevedere con estrema precisione dove saresti andato il giorno dopo.

Max molto infastidito da questa cosa, decise di creare un’app che scegliesse in maniera random una location su google maps e che chiamasse un uber che lo portasse nel posto prescelto, tutto questo in maniera automatica e senza comunicare il luogo di arrivo all’utilizzatore dell’applicazione. Scoprì così posti che non aveva mai visto a San Francisco. Creò poi diversi generatori casuali, uno per esempio, gli permetteva di scegliere casualmente un evento di Facebook, finì così in gare di scacchi, compleanni, concerti, feste in città ecc.

Continuò a creare algoritmi, quello più fuori di testa fu un generatore casuale di luoghi in cui vivere e girò così il mondo partecipando ad eventi casuali e frequentando posti generati automaticamente dall’applicazione.


Max racconta di non essersi mai sentito così libero in vita sua, la sua testimonianza e la sua pazzia mi ha colpito profondamente e mi ha fatto capire qualcosa che sapevo, ma che non riuscivo a definire bene. Ogni volta che scelgo qualcosa in maniera totalmente casuale mi rendo conto di sentirmi felice e sereno, anche se il cibo che ho appena ordinato a caso dovesse fare schifo, sarà sicuramente più interessante delle 300 brioche alla crema che ho già provato e riprovato. In questa maniera scopro cibi incredibili che non avrei mai scoperto, oppure una località che mai avrei visitato.

Ma che cos’è la libertà secondo voi? Io questa domanda me la faccio quasi tutti i giorni, una risposta certa non esiste ma può esistere una risposta personale adattata ad ognuno di noi. Per me la libertà è fare qualcosa fuori dalla mia comfort zone, qualcosa fatto e scelto anche in maniera veloce e senza pensarci troppo. Non fraintendetemi, io non sono assolutamente come Max, anzi spesso e volentieri sono sistematico e seguo una regolarità nella mia vita ma quelle volte che faccio qualcosa fuori dagli schemi mi sento libero e sto bene, mi rendo conto di quanto vivere la vita con semplicità mi renda felice. Continuerò a scegliere il mio piatto o il mio drink all’ultimo secondo puntando casualmente il dito sul menù, continuerò a non scegliere una location dove uscire con gli amici e continuerò a tenere la mia mente libera da schemi giornalieri, perché per me il momento più bello in assoluto è proprio quello in cui mi bevo un drink che mi fa schifo ma che ho scelto io.


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